La pace e dove trovarla

Se ci trovassimo a girare per gli uffici di un qualsiasi luogo di lavoro, vedremmo molti degli impiegati intenti a guardare gli schermi dei loro computer con un’immagine di sfondo di qualche spiaggia tranquilla o paesaggio naturale.

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Quegli impiegati guarderebbero fissi quelle immagini, desiderando di non essere dove sono, ma sognando di essere in quella spiaggia o in quelle montagne, in pace, senza stress o alcun tipo di preoccupazione.

Nessuno vuol essere dov’è, tutti sognano di essere da un’altra parte.

Le persone lavorano molto duramente per risparmiare dei soldi così che possano andare in vacanza in quei luoghi per alcuni giorni. Forse per quei pochi giorni proveranno qualche emozione o distrazione, e magari un po’ di pace.

Ma poi torneranno alla routine della loro vita, agli stessi problemi e sofferenze, a sognare un giorno di fuggire ancora.

La verità è che quella pace non proviene dalle circostanze esterne. Non importa quanto ci impegniamo a cambiare le nostre circostanze esterne, la pace non viene da lì. La pace viene da dentro.

Anche se sei molto ricco e famoso ed hai tutto quello che si possa sognare, se qualcuno usa le parole "giuste", esplodi di rabbia, persino violenza, e puoi addirittura arrivare ad uccidere. Quindi la fama e i soldi non portano la pace delle mente.

Le persone che vivono in quelle spiagge e resort famosi continuano a commettere suicidi e altri crimini. Non sono in pace.

Per quanto possiamo ammirare quei posti bellissimi e all’apparenza sereni, quelle circostanze apparentemente rilassanti, anche se ci ritirassimo a vivere in quei luoghi, non saremmo in pace perché le cause del nostro malcontento non sono fuori di noi, in quelle circostanze.

La nostra sofferenza e il nostro dolore esistono non per dove viviamo, ma a causa della condizione della nostra mente.

Le cause della sofferenza e del dolore sono dentro di noi.

Per trovare la pace, non devi cercare fuori di te, ma dentro di te.

Ma quando guardiamo dentro, che cosa vediamo? Non quella spiaggia ma questa: una spiaggia piena di persone; un posto affollato, senza spazio per camminare, sedersi, nuotare, pieno di voci rumorose, ognuna in cerca dei propri desideri, in cerca di attenzioni, insistendo di essere l’unica persona ad avere il diritto di stare su quella spiaggia.

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Questo riflette accuratamente il nostro stato interiore. Ognuna di quelle persone è un desiderio, paura, risentimento, frustrazione, invidia, orgoglio, e ognuna di loro parla continuamente, in competizione l’una con l’altra, provando a distinguersi, ed essere quella speciale.

La nostra mente non sta mai zitta. Non è mai in pace. Chiacchiera costantemente su quello che vuole, su quello che le manca, su ciò di cui ha paura.

In verità, il nostro desiderio di pace è il desiderio di fuggire dal rumore nella nostra testa, cuore, e corpo.

Ci sono alcune persone che tengono costantemente la musica o la tv accesa, o fanno continuamente scrolling sul cellulare; hanno bisogno di rumore costante, impressioni costanti. Questo perché vogliono evitare il rumore nella loro mente: la musica, la tv, o lo scrolling sono come una benda ipnotica che li intorpidisce. Se le spengono, sentono il dolore della loro condizione interna.

I sentimenti di scontentezza, stress, ansia e paura sono tutti radicati nella chiacchiera continua della nostra mente.

Sfortunatamente, nei tempi moderni non siamo stati educati a trattare con la nostra mente.

Impariamo dagli esempi e da ciò che ereditiamo; quando cresciamo, adottiamo le abitudini che osserviamo. Non siamo mai guidati o allenati ad avere a che fare con i pensieri, emozioni, ed impulsi che quindi ci controllano. Controllano la nostra coscienza. Ecco perché siamo in uno stato di costante contraddizione e conflitto interiore.

Abbiamo pensieri, sentimenti, e impulsi contraddittori. Da giovani, ad esempio, quando per noi arriva il momento di affermarci nella vita, sentiamo l’urgenza di intraprendere una carriera e diventare indipendenti, di successo, e pensiamo che questo sia normale e naturale. Ma, sfortunatamente, il nostro orgoglio interferisce. Vogliamo differenziarci, emerge sopra gli altri, ed essere considerati migliori dei nostri colleghi. Poi la nostra pigrizia ci dice che è troppo lavoro, è troppo dura. Magari potrei stare a casa con i miei, guardare la tv e magari prendere soldi dallo stato, o trovare un marito o una moglie che paga per tutto. Poi la nostra invidia ci dice: ma io voglio quello che hanno queste persone su Instagram, voglio essere come loro, ricco e famoso. Poi la paura ci dice: e se dovessi fallire? Se finisco da solo? E se mi ammalo?

Siamo sempre a creare storie mentali, drammi, tragedie, eventi immaginari che non succedono mai. Viviamo la maggior parte delle nostre vite in fantasie che ci siamo creati da soli e che non hanno alcuna base nella realtà. Il risultato è che siamo costantemente afflitti da preoccupazioni, stress, ansia, il tutto basato su delle illusioni.

Questi pensieri, sentimenti, e impulsi contraddittori sono simbolizzati da quella spiaggia affollata.

Magari ne abbiamo abbastanza, e vogliamo imparare la meditazione.

Qualunque sia il motivo, le persone sono attratte dalla meditazione perché vogliono fuggire dal dolore, vogliono un sollievo dalla sofferenza. Quindi molte persone direbbero che lo scopo della meditazione è di sfuggire al dolore e alla sofferenza. Potrebbero citare alcuni termini come autorealizzazione, liberazione o illuminazione, ma senza essere in grado di spiegare cosa significano quelle parole.

La meditazione è legata a quelle esperienze; puoi percepire i paradisi, raggiungere l’autorealizzazione, etc. ma non nel modo in cui credono le persone: che mediti in una caverna per sei anni e poi vai in paradiso. Questo è assurdo!

Che cos’è il paradiso? È un posto senza conflitti, senza sofferenza. In quel posto, non può esserci orgoglio, rabbia, lussuria, o invidia. Quindi la soluzione è semplice: se vuoi vivere in paradiso, che sia sulla terra o oltre, allora non deve esserci nessuna di quelle caratteristiche in te stesso.

Questo è il vero senso della meditazione: la fine della sofferenza.

Il solo modo per porre fine alla sofferenza è capire da cosa è causata.

Siccome le cause della sofferenza non sono visibili ai nostri sensi fisici, e quelle cause non sono percepibili dalla nostra mente, dobbiamo imparare a meditare, così che possiamo liberare il potere della coscienza, percepire le cause della sofferenza e correggerle.

Lo scopo della meditazione è acquisire informazioni sulla sofferenza e le sue cause, così che possiamo liberarcene.

Da questo capirai che praticamente tutto quello che la cultura popolare dice riguardo alla meditazione è al livello di asilo, molto basico, e molto poco profondo.

La meditazione è una scienza vasta ed estesa. Attraverso la meditazione, puoi percepire le cause dell’esistenza. Questa non è una cosa immaginaria o un processo mentale, è un’esperienza vissuta, molto più reale di quanto tu non possa percepire con i tuoi sensi fisici.

Il Buddha parlò di strutture atomiche. Descrisse gli atomi. Li vide in meditazione. Non c’è niente di speciale a riguardo. È una capacità innata che tutti noi abbiamo. Dobbiamo solo imparare ad usarla.

La meditazione non è intellettuale, emozionale, o fisica. La meditazione è uno stato di percezione che non usa i sensi fisici.

Per imparare a meditare, dobbiamo prima imparare come si usa la coscienza durante il giorno. Il processo per imparare a meditare non inizia quando ti siedi sulla tua sedia o sul tuo cuscino.

Per imparare a meditare devi praticare costantemente in tutti i momenti e in tutti i luoghi. In tutto quello che fai, devi essere profondamente consapevole e presente.

Diventa consapevole di te stesso come non sei mai stato consapevole prima. La consapevolezza deve diventare espansiva, onnicomprensiva, e onnipresente. Non sto parlando di pensare a te stesso. O sentirti in un certo modo. O reprimere i tuoi impulsi.

Tutti pensano di essere già consapevoli di se stessi, ma non lo siamo. Non ci vuole molto a provarlo.

In questo momento, la tua consapevolezza è molto limitata e inconsistente. Sei consapevole solo perché te ne sto parlando, ma nonostante questo, è limitata. Appare e scompare, c’è e non c’è, ed è volatile, inaffidabile.

Se la tua consapevolezza fosse veramente formata ed attiva, saresti veramente consapevole e osserveresti costantemente tutto sul tuo corpo, pensieri, emozioni, impulsi, immagini interne e tutte le informazioni sensoriali: tutte nello stesso momento.

In quello stato di intensa consapevolezza, non hai tempo per pensare, sognare ad occhi aperti, o essere distratto, perché i fenomeni sono costantemente in movimento. Essere consapevoli significa notare costantemente i cambiamenti.

Invece di essere consapevoli, siamo distratti.

Pensiamo a qualcosa, che ci porta a qualcos’altro, che ci porta ad un ricordo, poi ad un desiderio, poi una voglia, poi un altro pensiero. Nel frattempo, siamo appena consapevoli che stiamo guidando la macchina, o cucinando. Siamo distratti, addormentati, a malapena consapevoli di qualcosa.

La prossima volta che non trovi le chiavi di casa, ricorda che cosa ti sto dicendo in questo momento.

La prossima volta che non ricordi dove hai messo quello scontrino, quella fattura, o documento importante, ricorda che cosa ti sto dicendo adesso.

Renditi conto che sei distratto, e diventa consapevole.

È molto raro che tu sia consapevole di te stesso e di cosa stai facendo. Hai mai visto qualcuno sul punto di piangere cercando le proprie chiavi, correndo intorno disperato perché è in ritardo per andare da qualche parte, nervoso ed arrabbiato, tutto mentre aveva le chiavi proprio in mano?

E quella persona che sta guidando per andare a lavoro e improvvisamente va nel panico per aver lasciato le chiavi della macchina a casa. È così addormentato che non si rende conto che le chiavi della macchina sono lì, altimetri la macchina non potrebbe viaggiare!

Quella è una mancanza fondamentale di consapevolezza. La coscienza è addormentata, totalmente dormiente.

Quando parliamo di attenzione, stiamo parlando di usare un aspetto di noi stessi che normalmente non usiamo e che è chiamato coscienza. Abbiamo tutti sentito che siamo esseri coscienti, che siamo esseri senzienti. In parole povere, possiamo dire che è vero perché siamo vivi. Abbiamo una coscienza, ma la coscienza, come ogni altra forza della natura, ha molte qualità e molti stati. In noi, è inattiva. Diremmo addormentata, molto passiva.

Non è in uno stato molto attivo controllato dalla nostra forza di volontà.

Abbiamo la possibilità di essere svegli in un modo in cui non lo siamo adesso. Quello che ti sto dicendo è di impegnarti volontariamente in questo; trovare le cause della sofferenza in te stesso richiede quel tipo di consapevolezza. E quel tipo di consapevolezza significa osservare ed essere consapevoli di tutto ciò che succede dentro di noi.

Normalmente non lo siamo. Il più delle volte siamo semplicemente come una marionetta o un pupazzo spinto da una parte all’altra dagli impulsi fisici, emotivi e mentali. Ci viene un’idea e iniziamo ad andare in quella direzione. Quando un’altra idea o impulso viene fuori, cambiamo direzione e andiamo da un’altra parte. Non sappiamo il motivo.

Non siamo consapevoli di ciò che ci provoca. Succede e basta e di conseguenza, reagiamo costantemente alle circostanze, il che significa che non stiamo guidando coscientemente il corso della nostra vita. Non siamo responsabili di noi stessi.

Per esempio, immagina di essere a casa, tranquillo. Sei rilassato sul divano a guardare qualcosa che ti piace. Ti senti molto sereno. Improvvisamente la porta di spalanca, ed entra un famigliare arrabbiato, stressato, che inizia ad inveire su di te. Perché la casa è così in disordine!? Perché è tutto in giro!? Perché è così!?

E tu cosa fai? Diventi anche tu infuriato. Ti alzi dal divano. Ti metti a litigare. Chissà dove andrà a finire? In una brutta situazione, con tante urla e dolore.

Quindi permettimi di farti una domanda: chi si sta occupando di te in quel momento? È l’altra persona, perché è in grado di entrare e infettarti con il suo stato emotivo. Non sei riuscito a controllarti. La tua coscienza non c’era. Invece, quella persona ha tirato fuori la tua rabbia, il tuo orgoglio, e chissà cos’altro, e tu non hai fatto niente per fermarla.

Che cosa succederebbe a qualcuno che sapesse veramente osservare se stesso?

Vedrebbe quella persona entrare infuriata. Quell’impressione gli passerebbe attraverso, non reagirebbe con rabbia. Certamente, forse la sua rabbia verrebbe toccata, stimolata, ma essendo consapevole, cosciente, sceglierebbe di non agire in base ad essa. Trasformerebbe quella impressione in quell’istante, manterrebbe il controllo di sé, e invece che reagire con rabbia, potrebbe vedere un modo migliore di reagire: con dolcezza, con amore.

La persona rilassata sul divano resterebbe rilassata, si alzerebbe mossa dalla compassione, con serenità aiuterebbe la persona arrabbiata a calmarsi, le parlerebbe dolcemente, sarebbe gentile con lei, le offrirebbe qualcosa di buono da bere e da mangiare, così da potersi calmare. Il risultato? Nessun litigio, nessun dolore, nessuna rabbia, nessuno stress, nessuna tensione.

La semplice autoconsapevolezza porta autocontrollo, la capacità di gestire questi aspetti di noi stessi. Non li elimina, ma ci da la possibilità di scegliere.

La maggior parte delle volte non siamo responsabili dei nostri pensieri, emozioni, impulsi. La maggior parte delle volte fanno semplicemente tutto quello che vogliono loro.

Lo puoi verificare in questo momento. Se chiedessi a tutti: per favore, chiudete gli occhi, non pensate, non abbiate pensieri.

Anche se vi chiedessi di non avere pensieri, qualcuno di voi avrebbe immediatamente un pensiero: che non è possibile non avere pensieri!

Beh, in realtà è possibile. In realtà, è normale.

Fate una prova: per solo un minuto, controllate voi stessi completamente. Non abbiate pensieri, impulsi, o emozioni. State semplicemente immobili. Lasciate che tutto sia quieto.

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Quindi, avete sperimentato il silenzio dei pensieri, emozioni, stato d’animo, sensazioni, etc.?

Probabilmente no. Avete bisogno di allenamento. Ma potete imparare.

È molto difficile per tutti noi avere la pace interiore, il silenzio totale dentro di noi, perché la nostra mente, il nostro cuore e il nostro corpo sono molto agitati. I pensieri continuano a riaffiorare, le emozioni continuano a riaffiorare e gli impulsi nel corpo continuano a riaffiorare. E crediamo che non possano essere fermati, ma su questo ci sbagliamo: la mente può diventare silenziosa, ma per raggiungere quell’esperienza è necessario allenamento.

Quando proviamo ad imparare la meditazione, siamo molto irrequieti, siamo molto ansiosi e il nostro corpo richiede costantemente attenzione. Non riusciamo a tenerlo fermo, vuole sempre muoversi. Sentiamo prurito e cerchiamo di grattarci perché sentiamo fastidi e dolori.

E la mente corre e pensa, pensa e pensa. Non riusciamo a fermarla.

Le emozioni vanno e vengono: paura, preoccupazione, dolore e rimpianti.

Ecco perché non abbiamo pace.

La nostra mancanza di pace dipende dalla mancanza di autoconoscenza.

Iniziamo a cambiare questa cosa.

Prima di tutto, hai bisogno di studiare i tuoi tre cervelli.

Sì, hai tre cervelli:

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Ognuna di queste parti di noi stessi è importante e ne abbiamo bisogno. Li chiamiamo i tre cervelli o i cinque centri. In realtà, sono solo macchine. Elaborano informazioni. Abbiamo bisogno che facciano il loro lavoro. Ma purtroppo in noi lo fanno senza la nostra consapevolezza, senza il controllo della nostra volontà cosciente. Invece, corrono continuamente.

Anche quando vogliamo che si fermino, non possiamo fermarli, perché non sappiamo come usarli correttamente.

Quando la notte ti sdrai per dormire, i tuoi pensieri non si fermano, le tue emozioni non si fermano, nemmeno il tuo corpo lo fa, anche se dorme. Rimane pieno di stress, tensioni e disagi. I pensieri corrono tutta la notte e tutto il giorno.

Non si fermano quando cerchi di rilassarti, di meditare o di sederti su quella bellissima spiaggia per cui hai pagato migliaia di dollari.

La tua mente si ferma mai? La tua mente è mai quieta?

Non abbiamo mai imparato ad allenare la nostra mente ed esserne in controllo, ad esserne responsabili.

Questo fa parte del puzzle della nostra sofferenza. Tuttavia, può essere risolto.

Ricordo un istruttore che diceva che poteva camminare senza avere pensieri per 30 minuti. La maggior parte delle persone oggi penserebbe che sia impossibile. Non lo è. Davvero, è normale. La qualità della nostra mente è ciò che è anormale. La mente che corre è anormale. Il costante stato di stress è anormale.

Vediamo come possiamo iniziare a cambiare.

Pensa per un momento ad un esempio. Immagina che quando impari a guidare, ti venga data un'auto e ti venga detto che questa sarà l'unica macchina che avrai per tutta la vita. Non ne avrai un’altra. Solo questa. Questa è la tua unica macchina. Quando è finita, tu hai finito. Se ci venisse data una sola automobile da utilizzare per tutta la vita, ci assicureremmo di prendercene davvero molta cura.

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Dopo essere tornati a casa a fine giornata usando la macchina per andare a lavoro, la lasceremmo accesa nel vialetto tutta la notte? Lasceremmo che rimanga costantemente senza carburante, completamente senza olio e completamente senza acqua ogni giorno? Faremmo costantemente girare il motore al massimo della sua capacità ovunque andiamo, sempre con il pedale schiacciato? Guideremmo alla massima velocità ovunque andiamo? Schiacciando i freni, accelerando costantemente, senza mai fare benzina o fare manutenzione, senza spegnere mai il motore ma lasciandolo sempre acceso. Quale sarebbe il risultato se stressassimo costantemente le capacità di quell'auto? La distruggeremmo. Non durerebbe a lungo; la bruceremmo. Non durerebbe tutta la vita.

Beh, vedi, siamo in questa situazione e semplicemente non ce ne rendiamo conto. Il nostro corpo è il nostro veicolo e al suo interno ci sono i veicoli del pensiero e delle emozioni. Non li spegniamo mai. Non li lasciamo mai riposare. Li utilizziamo costantemente alla loro massima capacità. Non li manuteniamo, prendendoci cura di loro. Non diamo loro il carburante giusto. Li usiamo per compiti per i quali non sono adatti, ecc.

Invece, la mente è costantemente in funzione, le emozioni sono in costante movimento, gli impulsi del corpo combattono costantemente per indirizzarci a fare una cosa o un’altra.

Stiamo distruggendo il nostro "veicolo" perché siamo ignoranti. Non siamo stati adeguatamente istruiti su come usarlo quando ne abbiamo bisogno, su come spegnerlo e non usarlo.

In verità, utilizzo il mio intelletto solo quando vi parlo, quando devo rivolgermi all'umanità, al mondo; nella mia vita privata non lo uso, nella mia vita privata c'è solo sentimento, amore, coscienza, musica, bellezza; e basta. Ma devo usare il mio intelletto in questi momenti, affinché possiamo capirci; perché come ho detto all'inizio: “tu sei venuto qui per ascoltarmi e io sono venuto qui per parlarti, e tra me e te ci deve essere comprensione reciproca”; ecco perché stasera sono stato costretto a usare il mio intelletto.

— Samael Aun Weor

Non hai bisogno di pensare e pensare e pensare e pensare. Non ce n'è bisogno. Il pensiero ha il suo scopo. E il suo posto, ed è uno strumento utile. Ma se sei un costruttore o un riparatore, non usi sempre lo stesso strumento per ogni singolo lavoro. Usi lo strumento giusto per il lavoro giusto. L'intelletto è uno strumento di analisi e di confronto. Questo è tutto. Non ti serve per nient'altro. Noi amiamo usarlo sempre e non fermarci mai. Amiamo preoccuparci.

Per me, questa è una delle principali dipendenze velenose della nostra era moderna: la dipendenza dalle preoccupazioni. Ci preoccupiamo costantemente e non riusciamo a fermarci. Ci preoccupiamo sempre, ma non abbiamo mai pensato di chiederci "quando una volta la mia preoccupazione ha effettivamente migliorato una situazione? Posso citare un momento in cui preoccuparmi per qualcosa ha effettivamente aiutato a risolvere il problema?”. Penso che scoprirai che la risposta è no. Preoccuparsi è solo un'abitudine. Preoccuparci è il modo in cui stiamo mandando su di giri il nostro motore, sprecando energia, bruciandola. Sai come le persone perdono la testa, come le persone impazziscono, come si rompono? Ecco come. Tutta la nostra cultura nei tempi moderni è sull’orlo della follia di massa. Ne abbiamo già le prove. Le persone hanno perso la testa in ogni angolo della società. Così pompose, così arroganti, così impazienti, così crudeli. Nessuno è più gentile. Nessuno è paziente. Tutti vogliono tutto subito e gratuitamente.

Non diamo la colpa agli altri. Troviamo invece i nostri difetti ed errori interiori e correggiamoli. Per questo, dobbiamo diventare intensamente consapevoli di noi stessi.

Non possiamo cambiare le altre persone. Possiamo cambiare noi stessi. E il modo in cui lo facciamo è iniziando a diventare consapevoli; bisogna cominciare ad osservare la realtà; dobbiamo vedere la verità.

Non puoi avere pace finché hai rabbia, invidia, orgoglio, lussuria. Molti dicono che è normale, naturale, ma è una bugia. Un essere umano normale non ha orgoglio né rabbia. Una persona normale è contenta, felice e conosce la divinità per esperienza diretta e quotidiana. Naturalmente non si trovano più persone del genere su questo pianeta. Ma questo è il nostro stato normale ed è documentato in tutti i nostri miti e religioni. Abbiamo perso quello stato dell’essere e possiamo recuperarlo.

Quindi, siamo onesti con noi stessi.

Quando provi a meditare, chiudi gli occhi, non vedi nulla, ma senti il caos. Stress, tensione, pensieri che non si fermano, emozioni che non si fermano, ricordi e desideri che continuano ad affiorare.

In tale stato, non possiamo ottenere risposte affidabili dall’interno. Quando la mente è agitata, quando non abbiamo pace interiore, non possiamo risolvere alcun problema, né acquisire comprensione di alcunché.

Quindi, il primo passo è riconoscere la realtà del nostro stato interiore. Sii onesto. Sii sincero. Osserva attentamente. Non evitare la verità. Guarda come sei veramente. È solo osservando onestamente te stesso che puoi iniziare a cambiare. Se continui a evitare la verità sulle tue qualità psicologiche, non le cambierai mai. Allora sarai condannato a ripetere gli stessi errori ancora e ancora e ancora.

Osservando serenamente noi stessi, sia all'interno che all'esterno della meditazione, la mente inizia a calmarsi da sola. Alla fine, smetterà di caricarsi.

La nostra coscienza ha la capacità di vedere le strutture atomiche, di vedere la realtà di qualsiasi cosa, di vedere le cause dell'esistenza. I grandi meditatori di ogni tradizione hanno descritto come vengono creati gli universi, come nascono gli dei, e hanno utilizzato il linguaggio simbolico per trasmettercelo. Ma non stavano solo inventando cose. Vedevano le cose in meditazione, non con i loro occhi fisici, ma con gli occhi della coscienza. Vedevano la realtà.

La natura è piena di molti fenomeni meravigliosi. Quando l'acqua è serena, riflette l'universo. Il nostro stato psicologico ha la stessa capacità. Se impariamo a calmarci in tutti e tre i cervelli, allora quando ci guardiamo dentro possiamo vedere riflesso l'universo. Ecco perché l'oracolo di Delfi diceva: "Conosci te stesso e conoscerai l'universo". Gli Oracoli di Delfi erano grandi meditatori e tutto ciò che profetizzavano era il risultato della meditazione. Quindi, se vogliamo conoscere la verità su Dio, sulla Divinità, sul perché siamo vivi o sul perché il mondo è così com'è, troviamo le risposte a queste domande guardando dentro di noi. Ma allo stato attuale, non riusciamo a vedere la risposta. Se la nostra mente è un oceano in tempesta, un mare in tempesta che non riflette nulla, è solo un caos oscuro.

Per arrivare all'esperienza della serenità è necessario innanzitutto smettere di agitarsi. Dobbiamo imparare a essere consapevoli e a trasformare le impressioni.

Se prendessimo un qualsiasi tipo di oggetto e lo gettassimo in un lago calmo, si formerebbero delle onde e l'intera immagine riflessa risulterebbe disturbata.

La nostra mente è esattamente così.

Potresti stare seduto lì con molta serenità ad ascoltarmi, ma se cambiassi tono e iniziassi a pronunciare parole dure, ti arrabbieresti. Il tuo cuore batterebbe forte, la tua faccia diventerebbe rossa e la tua mente direbbe: "Come osa dirmi una cosa del genere?" Potrei facilmente farlo con un paio di parole, stimolare i tre cervelli di tutti e sconvolgere tutti. Abbiamo questa vulnerabilità. Dobbiamo cambiarla. Dobbiamo diventare così sereni che nulla ci disturbi. Niente ci turbi.

Ciò non avviene per elusione o repressione. Avviene attraverso la consapevolezza, la cognizione per cui in una persona veramente serena, se gettiamo qualcosa nel lago della sua mente non ci sono increspature. L'oggetto passa e non lascia alcuna traccia.

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Un volta, ho visto un poliziotto arrestare un uomo. L'uomo in manette era rosso di rabbia, imprecava contro il poliziotto, cercava di morderlo, di sputargli addosso, insultandolo con ogni parolaccia che poteva dire. Tutto ciò non disturbava il poliziotto, che aveva anche un piccolo sorriso mentre portava delicatamente l'uomo in prigione. Che compostezza aveva quel poliziotto! È stato davvero ammirevole.

Mi sono trovato anche in una stanza piena di aspiranti spirituali, che presumevano di essere all'avanguardia dell'umanità, credendosi così santi, saggi e pieni di amore e pace, mentre discutevano e si accusavano a vicenda, spettegolando e gareggiando per riconoscimenti o status. A volte sembra che le cosiddette persone spirituali siano peggiori di coloro che non sanno nulla di religione. Non avevano pace. Era solo l'ennesima associazione ambiziosa sotto un nome religioso.

Per avere pace, abbiamo bisogno che la nostra mente, il nostro cuore e il nostro corpo diventino perfettamente immobili.

Ecco perché quando insegniamo la meditazione iniziamo sempre con il rilassamento. Diciamo di rilassare il corpo, rilassare il cuore e rilassare la mente. Ciò significa: non muoverli. Non usarli. Metterli giù e spegnerli.

Anche molte istruzioni per la meditazione iniziano con "Svuota la mente". Purtroppo, la maggior parte degli studenti lo salta.

Svuotare la mente significa non avere pensieri, emozioni o impulsi, ma essere totalmente silenziosi internamente. Questo è un prerequisito per il resto delle istruzioni, quindi non puoi saltarlo. E non avviene reprimendo i pensieri, cercando di forzare il silenzio nella mente, di allontanare i pensieri o allontanare emozioni o impulsi.

Quindi, per esempio, se dovessi iniziare a meditare adesso e provassi a rilassarti ma il tuo corpo è irrequieto, provi paura o stress, i tuoi pensieri corrono mentre senti l'istruzione "Svuota la tua mente", la tua reazione sarà cercare di sopprimere pensieri ed emozioni, sopprimere la tensione nel corpo e il dolore, evitarla oppure iniziare a muovere il corpo o cercare di sopprimere i pensieri. Non funziona.

Molti anni fa ho frequentato una scuola in cui l’istruttore era molto dedito nell’addestrare tutti noi studenti a meditare con perfetta serenità. Era molto focalizzato su questo, quindi aveva deciso di adottare un metodo che aveva imparato da alcune tradizioni che non nominerò (perché non voglio dare loro una cattiva reputazione). Ci fece sedere tutti per la meditazione sulle nostre panche, con la schiena dritta, seduti adeguatamente come monaci. Eravamo in ritiro, quindi dovevamo farlo tutto il giorno. Disse a tutti i presenti: "Quando vi sedete per meditare, dovete essere perfettamente immobili. Vi osserverò. Se vedo qualcuno sussultare o muoversi, vi colpirò sulla schiena con questo bastone".

Quindi, naturalmente, invece di aiutarci a rilassarci, tutti gli studenti erano terrorizzati. Ci rendeva più tesi e incapaci di rilassarci, e certamente incapaci di meditare. Per un principiante è già abbastanza difficile meditare in buone condizioni, ma impossibile quando si è costantemente minacciati. Quindi, come ti aspetteresti, quando hai paura, è difficile stare fermo. Inoltre, le persone erano terrorizzate. Nessuno voleva essere quello ad essere chiamato in causa, ad essere messo in imbarazzo, ad essere colpito ed essere "il fallimento". Poi mentalmente, tutti sono diventati molto stressati perché l'intelletto cerca di controllare tutto, pensando costantemente: "Ho bisogno di rilassarmi. Ho bisogno di stare fermo. Mi sto muovendo? Mi sta guardando?"

Quindi otteneva l’opposto di ciò a cui mirava.

Da questo ho imparato qualcosa di veramente prezioso. Sono molto grato a quell'esperienza. Quell’esperienza mi ha insegnato che non è così.

Quando ci sediamo per meditare, è essenziale sviluppare il rilassamento ed è altrettanto essenziale sviluppare l’immobilità. Quiete del corpo, quiete delle emozioni e quiete del pensiero. Ma a nulla di tutto ciò si può arrivare con la forza. È impossibile.

Non puoi forzare il rilassamento. Non puoi forzare la tua mente a stare tranquilla. Non puoi forzare le tue emozioni a fermarsi. E non puoi forzare il tuo corpo a restare fermo. Tuttavia, diventeranno tutti perfettamente immobili se li lasci semplicemente stare.

Immagina un lago perfettamente immobile. Come è possibile che questo lago sia diventato così? Non c'è vento. Simbolicamente parlando, il vento sono i pensieri, le emozioni, il movimento, le attività.

Quando ti siedi per meditare, impara a essere perfettamente immobile, rilassato e osserva semplicemente te stesso. Osserva il tuo corpo. E se vedi dolore o vedi stress, tensione, disagio, osservalo, notalo. Non reagire e non muoverti, osserva e basta. Rilassati più profondamente. Se il dolore ti uccide, allora cambia posizione o alzati, non ti sacrificare. Ma penso che la maggior parte delle volte non morirai. La maggior parte delle volte, quel dolore è solo la tua mente che si lamenta. E se vedi un'emozione disturbante, non evitarla. Inoltre, non indulgere in essa. Osservala. E guardala. E noterai che quei sentimenti, proprio come i pensieri, sono proprio come le nuvole che attraversano il cielo. Appaiono brevemente per un momento. Un attimo dopo, se ne sono andate.

Tutto passa, tutto tranne la coscienza.

La coscienza è l’unica cosa che dura. È l'unica cosa affidabile. Il tuo corpo non è affidabile. Le emozioni non sono affidabili. I pensieri non sono affidabili. La tua coscienza lo è, se la sviluppi. Questo è ciò che stiamo cercando di imparare con la meditazione.

L'essenza del metodo è diventare totalmente consapevoli di se stessi.

Un modo utile per farlo è un metodo di osservazione cosciente che espande continuamente la consapevolezza lasciando le cose come sono. Prendi coscienza di ogni cosa, osservala, ma non cambiarla. Che cosa intendo con questo?

Quando sei seduto a meditare e desideri il silenzio della mente, desideri pace, desideri serenità. Anche solo quel desiderio causa il disturbo.

Quando sei seduto a meditare e desideri un'esperienza di Dio, o vuoi vedere gli angeli o vuoi uscire dal tuo corpo, quel desiderio è un disturbo che oscura la tua vista interiore.

Quando provi dolore, ansia, risentimento, invece di indulgere in quelle sensazioni, pensarci e sentire le emozioni e gli impulsi nel corpo, o allo stesso modo, invece di reprimerli e cercare di evitarli, vedili semplicemente per quello che sono.

Quando ti osservi durante la giornata e quando mediti, ricordati di questo: Così com'è. Ovvero: lascialo così com'è. Osservalo così com'è. Lascia tutto così com'è.

Metti il corpo nella sua posizione, rilassati completamente fisicamente, emozionalmente, mentalmente, e poi osserva semplicemente gli impulsi che vanno e vengono. Le emozioni vanno e vengono. I pensieri vanno e vengono. Tutto va e viene. Il nostro atteggiamento cosciente dovrebbe essere così com’è. Lascialo stare. Non toccarlo. Osserva.

Quando lo fai tutto il giorno e tutta la notte, sia in meditazione che al lavoro, e sei paziente, smetti di agitare le acque della tua mente. Tutto si sistemerà da solo.

Inizieremo a sperimentare la pace. La vera pace. Una mente tranquilla. Un cuore tranquillo. Un corpo tranquillo.

Puoi farlo anche durante il giorno: ogni volta che ne hai la possibilità, chiudi gli occhi e rilassa tutto. Basta osservare. Ritirarsi da pensieri, emozioni, sensazioni. Ritirati nella semplice consapevolezza. Resta immobile.

Accogli il silenzio.

Ci sentiremo contenti.

Sentiremo quella gioia naturale del semplicemente essere.

Questo è già in noi, perché è lo stato naturale della nostra coscienza. Non ci resta che riposare mente e corpo: spegnere il motore, lasciarlo fermo. E più pratica abbiamo nel farlo, più la mente e il corpo diventano calmi.

Allora iniziamo a scoprire la vera contentezza, gioia, felicità, pace.

Ciò richiede però molta diligenza, molta consapevolezza. In altre parole, non ci si arriva distanziandosi o fantasticando: tutt'altro. Ci arriviamo attraverso una consapevolezza costante e diligente.

Non sto dicendo di allontanarsi e di essere disconnesso dalla realtà. Sto parlando di avere la consapevolezza così presente e così acuta da non perderti nulla, ma senza cambiarla. Non modificarla.

Non sto dicendo di lasciare semplicemente correre la mente e assecondarla. In realtà, tutto il contrario. Sto dicendo che dovresti ritirarti nella tua consapevolezza e lasciare in pace la mente. Se pensa, osservala ma non lasciarti trascinare a pensare. Se sogna ad occhi aperti, osservala, ma non lasciarti coinvolgere; in altre parole, non perdere la consapevolezza di osservare.

Il tipo di consapevolezza di cui sto parlando è qualcosa che si vede nelle persone che sono molto ben addestrate in una particolare abilità. Ad esempio, osserva qualcuno che gioca a calcio: il portiere. Il compito di quel giocatore è davvero semplice: non lasciare che la palla lo superi. Per fare ciò, non deve mai perdere di vista la palla. Tutto qui. Serve la stessa concentrazione e consapevolezza che ha quel giocatore.

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Quel giocatore non può pensare a quello che sta facendo. Pensare è davvero lento. Pratichi mai uno sport? Sai che se inizi a pensare a quello che stai facendo, perdi perché devi essere in grado di reagire molto più velocemente di quando pensi. Come quando guidi la tua macchina, se sei quasi coinvolto in un incidente, non hai tempo di pensare a cosa fare per evitare di rimanere ucciso. Devi rispondere immediatamente con le capacità del tuo cervello motorio. Il tuo corpo ha bisogno di girare la macchina per evitare l'incidente. Se ci pensi, farai un incidente.

La coscienza è più veloce di tutti i nostri cinque centri o tre cervelli.

Quella concentrazione, quel grado di attenzione senza pensare, è qualcosa di cui abbiamo bisogno tutto il giorno.

È una consapevolezza di tutto ciò che ci arriva e di tutto ciò che è dentro di noi.

Facciamo un piccolo esperimento. Voglio semplicemente che tu sia pienamente consapevole di tutte le sensazioni del tuo corpo, tutte allo stesso tempo. Tutto ciò che il tuo corpo può sentire sia dentro che fuori. Ciò include calore e pressione, dolore e piacere, disagio, stress, tensione, rilassamento, tutto ciò che il tuo corpo può percepire. Fame, qualunque cosa. Provalo. Siine semplicemente consapevole.

Nota che per essere consapevole non puoi pensare. I pensieri non sono consapevolezza.

Per percepire il corpo non sono necessari pensieri. In effetti, i pensieri interferiscono con quella consapevolezza.

Ora, nota, le sensazioni che puoi provare con il tuo corpo si verificano in molti posti contemporaneamente e cambieranno costantemente. Sii consapevole di tutti loro allo stesso tempo. Non concentrarti sull'uno o sull'altro: sii consapevole di tutti loro e del loro costante cambiamento.

Cosa succede quando inizi a pensarci? Non stai più osservando. Facci caso. Riprova. Sii consapevole del tuo corpo.

Percepiscilo. Sentilo. Non usare né gli occhi né le orecchie. Usa i sensi per sentire tutto ciò che il corpo può sentire.

Ma nota bene, se ci pensi, non puoi più osservare.

Ora fai lo stesso con i tuoi pensieri: osserva i tuoi pensieri.

Osserva come vivi i pensieri. I pensieri sembrano fermarsi quando cerchi di osservarli? Il processo del pensiero cambia? Questo è qualcosa da osservare.

Fai lo stesso con le emozioni. È un po' più difficile perché in questo momento il centro emotivo è probabilmente abbastanza sereno, probabilmente non sente nulla di abbastanza forte da essere notato.

Da questo piccolo esperimento puoi vedere che l'osservazione, la consapevolezza, non sono pensieri, emozioni o sensazioni. Inoltre non richiede i sensi fisici. La consapevolezza è il suo senso.

L’osservazione può avvenire prima che tu possa pensare. L'osservazione, la consapevolezza, sono più veloci dei pensieri.

L’osservazione può avvenire prima che tu possa provare un’emozione. L’osservazione, la consapevolezza, è più veloce delle emozioni.

L'osservazione può avvenire prima che tu possa sentire una sensazione o un impulso. L'osservazione, la consapevolezza, è più veloce della sensazione o dell'impulso.

Quindi, qualcuno che osserva attivamente, è consapevole, è presente e attivo prima che possa sorgere qualsiasi pensiero, emozione o impulso.

Quell'osservazione è il portiere, il portiere che guarda la palla.

L'osservazione è un'azione di coscienza, ed è più veloce di ogni altra cosa, ma funziona solo quando la coinvolgi attivamente.

Questa è una chiave che devi cogliere. La tua consapevolezza cosciente funziona solo se ne sei cosciente. Non ha il pilota automatico. Non funziona se non osservi attivamente.

Ad esempio, quanti di voi sono attivamente consapevoli della sedia su cui sono seduti? Bene, ora che te l’ho fatta notare, la tua attenzione va su questo e ne diventi consapevole. Qualcuno che fosse veramente pienamente consapevole sarebbe consapevole di tutto dentro e fuori, in ogni momento.

La prima fase dell'imparare a meditare è sviluppare l'autoconsapevolezza e l'osservazione di sé. Ci vogliono anni per imparare a essere consapevoli dei tre cervelli.

Lasciamelo dire di nuovo, così sono sicuro che l'hai sentito.

Ci vorranno anni per imparare ad osservarti.

Non imparerai a farlo oggi. Potresti pensare di essere una persona speciale, dotata spiritualmente e che da oggi la padroneggerai. Potresti pensare di aver osservato te stesso fin dalla nascita. È ora di smettere di mentire a te stesso.

Se non riconosci che stai dormendo, non puoi svegliarti.

Devi imparare l’autoosservazione da zero e, anche se ci lavori ogni giorno, ti ci vorranno anni per impararla.

Non siamo addestrati. Abbiamo bisogno di formazione.

Allenati a essere consapevole momento per momento.

Allenati ad essere il portiere, il portiere sempre pronto per ogni impressione in arrivo.

Allora saremo pronti ad affrontare la mente e a stabilire veramente la pace nella nostra vita.

Siamo quindi pronti per allenare la nostra mente animale.

Sì, la nostra mente è animale: è selvaggia, istintiva e forte. Per addestrarla dobbiamo essere molto intelligenti. Fortunatamente possiamo contare sulla conoscenza acquisita da molti altri. Possiamo imparare a farlo.

Osserva un cowboy che addestra un cavallo o un addestratore di elefanti che lavora con il suo elefante.

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Per la maggior parte del tempo, è la nostra mente animale a guidarci, facendoci andare qua e là e fare questo e quello. Tutti i nostri impulsi, paure, stress, lussuria e invidia corrono qua e là come un animale selvaggio. Dobbiamo cambiare la situazione. Noi come coscienza dobbiamo imparare ad addestrare la nostra mente animale e quando viene addestrata, diventa uno strumento molto potente. Ma così com’è adesso, è un pericolo per tutti, soprattutto per noi stessi.

Per essere un cowboy ci vuole molto coraggio, abilità, pazienza e molto amore. Il cowboy adora farlo e il cowboy ama il cavallo. Allenare la nostra mente richiede questo tipo di coraggio, disciplina e tenacia, e la mente lo odierà assolutamente. La tua mente si ribellerà, combatterà, si lamenterà, così anche il tuo corpo. Così le tue emozioni. E ogni giorno dovrai entrare nella stalla, dovrai mettergli le briglie, tirarlo fuori, cavalcarlo e insegnargli chi comanda, e non potrai prenderti una pausa o infrangere le regole. Se hai mai addestrato un animale, sai che se infrangi le regole, da quel momento in poi continuerà ad aspettarselo; se stai addestrando un cane e non vuoi che mangi dal tavolo, e gli dai il cibo dal tavolo una volta, lo implorerà per il resto della sua vita. Gli animali sono così. La nostra mente è così. Dobbiamo allenarla bene.

Quindi, quando sei in meditazione e senti il cavallo selvaggio della tua mente che ti combatte, ricorda cosa fa il cowboy: resiste, si rilassa e aspetta. Non vedi il cowboy che picchia l'animale o si arrende e se ne va. Lui resiste e basta. E aspetta e mantiene l'equilibrio perché dopo pochi minuti quell'animale si stancherà, vero? Si stancherà e poi si fermerà. E la tua mente è proprio così.

La tua mente si lamenterà. Avrai molti pensieri. Potrai provare molte emozioni. Il corpo sarà infelice. Sarà scomodo così com'è. Lascialo. Aspetta. Semplicemente, osservalo, sii consapevole, sii paziente.

A poco a poco, il tuo obiettivo sarà diventare come una montagna: incrollabile, immobile.

Swami Sivananda ha detto che quando ti siedi per meditare e assumi la tua postura, devi dire a te stesso: "Io sono una montagna. Non mi muovo." Questo non significa diventare tesi. Significa sistemarsi, sedersi e restare fermi.

Non muovere neppure un atomo e lascia che le tempeste arrivino e arriveranno. Le tempeste arriveranno. La tua mente si arrabbierà contro di te. I tuoi pensieri si scaglieranno contro di te. I venti soffieranno. La pioggia colpirà la montagna. Ma la montagna non si muoverà. A poco a poco la tempesta si esaurirà e la pace seguirà la tempesta, con la pratica, con costanza, con dedizione.

Puoi arrivare direttamente a quell'esperienza. Ma se esiti, se ti alleni un po' oggi e poi magari la prossima settimana, allora non ci arriverai mai. Mai e poi mai.

Vedi, la maestria è il risultato della pratica. Più ti eserciti, più diventa facile. Se non ti eserciti costantemente, non imparerai mai.

Rimango sempre stupito quando guardo la nostra cultura moderna e vedo quanto le persone lavorano duramente, soprattutto quando ti rendi conto che ciò che ottengono da loro lavoro non è così impressionante. Le persone lavorano molto duramente per ottenere molto poco in cambio. Tutti vogliono essere in forma e sembrare una top model o un atleta. Ed è impressionante la quantità di tempo e di energia che impiegano per migliorare il loro corpo fisico. Ma allo stesso tempo mi sento triste per loro, perché so per esperienza personale che le persone che si allenano in palestra ogni giorno e cercano davvero di controllare ciò che mangiano ogni giorno, si impegnano così tanto, curano il loro aspetto fisico ma in pochi anni perderanno tutto perché il corpo invecchia, il corpo muore. Tutte quelle ore e ore di tempo ed energia investite in ciò saranno inutili.

Cosa fanno quelli che lavorano tanto per fare soldi e poi li spendono tutti in cose inutili? Oppure lo accumulano in una banca per poi morire poco dopo? Perché? Non ha senso.

Che dire delle persone che investono gran parte della loro vita nei videogiochi o nei social media? Queste sono tutte illusioni; esistono solo nella loro mente. È vapore: come le nuvole nel cielo.

Che dire di coloro che investono tempo ed energie nella vita sui social? Alla fine, la sensazione di “conoscere persone” o di avere una sorta di vita sociale è in realtà un’illusione, un falso conforto destinato a mascherare le nostre insicurezze o mancanza di fiducia interiore.

Ci sono milioni di modi in cui spendiamo stupidamente il nostro tempo e le nostre energie.

Penso tra me e me, e se avessero impiegato tutto quel tempo e quell'energia per sviluppare la loro coscienza? Se lo facessimo, avremmo un mondo completamente diverso. Non ci sarebbero guerre. La ragione per cui abbiamo guerre, omicidi, crimini e tutte le sofferenze che abbiamo in questo mondo in questo momento è perché le persone non riescono a controllare il loro orgoglio, la loro rabbia e la loro paura. Se riducessimo o eliminassimo la nostra paura, il nostro orgoglio e la nostra rabbia, non avremmo conflitti con nessuno. Invece di orgoglio, rabbia e paura, avremmo umiltà, amore e fiducia; non ci sentiremmo minacciati da nessuno, ameremmo tutti. Invece di essere supponenti e impazienti, saremmo comprensivi e gentili.

Ci sarebbe la pace.

Quindi, scopriamo dove stiamo investendo stupidamente tempo ed energia e reindirizziamolo verso qualcosa di meglio.

Tutti abbiamo tempo per esercitarci a sviluppare la nostra consapevolezza e le nostre capacità di meditazione. Ciò che ci manca è la dedizione.

Questo perché non abbiamo veramente compreso quanto sia breve e imprevedibile la vita.

Ogni giorno, contempla l'inevitabile arrivo della morte. Solo così inizierai a praticare seriamente.

Tutti noi ammiriamo i maestri. Tutti noi siamo impressionati da Gesù, dai santi e dagli apostoli, ecc. Eppure, tutti loro sono arrivati a quel punto grazie al duro lavoro.

Ammiriamo anche i grandi artisti, i grandi creatori di musica e letteratura. Lo sono diventati tutti con la pratica costante, con l'esperienza.

Prendiamo l'esempio di qualcuno che sa suonare molto bene il pianoforte. Lo ammiriamo e ci piacerebbe poter suonare il piano, ma onestamente non siamo disposti a lavorare per questo. Siamo semplicemente troppo pigri. Sviluppare abilità in qualsiasi cosa richiede pazienza, tenacia, perseveranza, ma anche esercitarsi nel modo giusto. Vedi, se volessi diventare un pianista da concerto, il migliore al mondo, non ci arriveresti suonando sempre la stessa canzone ogni giorno; potresti imparare a suonare quella canzone molto bene, ma non impareresti a leggere la musica o a suonare una sonata per pianoforte di Beethoven o qualsiasi altra cosa di qualsiasi altro compositore della storia, tanto meno a scrivere la tua musica. Non avresti l'abilità, la comprensione, la tecnica per fare qualsiasi altra cosa. Sviluppare la padronanza di uno strumento richiede un investimento di tempo ed energia; per padroneggiare uno sport o un'abilità ci vuole allenamento, tempo ed energia.

Se chiedessimo a un bambino di quattro anni di suonare una sonata per pianoforte di Beethoven, non potrebbe farlo (a meno che non sia un bambino prodigio che l'ha imparata nella sua esistenza precedente). Potrebbe battere sui tasti e fare rumore, ma non saprebbe leggere la musica. Non potrebbe suonare nulla. Ma se quel bambino si esercitasse su quel pianoforte nel modo in cui si allena un pianista da concerto, ovvero dalle otto alle dieci ore al giorno, allora da adolescente e ventenne, sarebbe molto abile, in grado di suonare qualsiasi cosa magnificamente, perché si sarebbe esercitato.

Quindi, non pensare che imparerai la meditazione facendola una volta alla settimana per 10 minuti.

Non imparerai l’autoosservazione leggendo qua e là o ascoltando una o due lezioni.

È necessario esercitarsi costantemente.

Se vuoi imparare la meditazione, devi praticarla ogni singolo giorno e devi lavorare con la tua coscienza tutto il giorno, ogni singolo giorno. Non sto dicendo che devi sederti sul divano o sul cuscino in una posizione di meditazione formale per 8-10 ore al giorno. Se puoi farlo, imparerai velocemente, se pratichi nel modo giusto. Ma la maggior parte di noi non può. Abbiamo il lavoro. Abbiamo le famiglie. Abbiamo delle vite. Abbiamo delle responsabilità. Quindi esercitati dove sei, facendo quello che stai facendo.

In tutto ciò che fai, sii consapevole e attento.

Stai espandendo la tua consapevolezza in modo da poter fare scelte migliori. Rendile davvero migliori.

Usa i tuoi tre cervelli quando sono necessari. Quando non servono, lasciali riposare.

Osserva te stesso costantemente.

Anche quando credi di osservare, controlla se riesci a osservare in modo più ampio. Puoi. La coscienza può espandersi sempre di più.

Ogni giorno, il più spesso possibile, disconnetti tutti i tuoi sensi e osserva la tua mente.

Così com'è.

Quando fai un lavoro, fallo con molta concentrazione e consapevolezza.

Sii sempre rilassato.

Esercitati ad essere pienamente consapevole in ogni cosa che fai. Fallo con grande consapevolezza, studiando te stesso e svolgendo ogni compito al meglio delle tue capacità.

Abbandona l'abitudine di pensare sempre, di preoccuparti sempre.

Abbandona l'abitudine di sognare ad occhi aperti.

Abbandonare l'abitudine di immaginare scenari.

Scambia queste cattive abitudini con il silenzio della mente.

Quando la tua mente è disturbata, caotica e ti senti sopraffatto, fai una passeggiata nella natura: allontanati dal caos interiore e guarda invece intensamente tutto ciò che stai sperimentando attraverso i tuoi sensi. Espandi la tua percezione verso ogni orizzonte: vedi tutto in una volta, e non guardare dentro i pensieri. Sii semplicemente lì, vivo, osservando la natura. Dopo un po’ di tempo vedrai che la mente si sarà calmata.

Invece di essere sempre ossessionato dai tuoi pensieri e sentimenti, guarda ogni persona che incontri come se non avessi mai visto una persona simile prima: immagina se fossi loro. Mettiti nei loro panni. Trattali come vorresti essere trattato.

Riesci a immaginare quanto sarebbe diverso il mondo se tutti facessero così?

Cominciamo quindi da noi stessi. Cambiamo i nostri comportamenti.

I nostri atteggiamenti e comportamenti sono contagiosi.

Se vai al lavoro arrabbiato, diffonderai la tua rabbia a tutti gli altri. Se entri in casa con la tua famiglia e sei arrabbiato e inizi ad urlare contro le persone, tutti gli altri si arrabbieranno. Tutta la casa sarà contagiata da quella rabbia. È vero anche il contrario. Se entri con un sorriso, sinceramente interessato agli altri, chiedendo: come stai? E ci tieni davvero, allora tutta la casa cambierà, tutto il tuo lavoro cambierà, tutto il tuo ambiente cambierà. È così semplice, ma così profondo. Tutto quello che devi fare è ricordarti di essere consapevole.

Sono azioni buone e utili, ma che ancora non vanno alle radici della sofferenza. In questi passaggi stiamo solo gettando le basi per il lavoro, ma dobbiamo andare più in profondità.

La liberazione dalla sofferenza è possibile solo se padroneggiamo la meditazione.

Non c'è altro modo per ottenerla. Solo la meditazione ha la capacità di arrivare alle radici della sofferenza che sono nascoste nel profondo della nostra mente. Solo la meditazione ci dà un modo per esporli alla coscienza in modo che possiamo capirli e cambiarli. Non puoi cambiare il tuo orgoglio o la tua rabbia se non sai perché ce l'hai. Sopprimerlo non funziona. Reprimerlo, evitarlo non funziona. Assecondarlo non funziona. Devi vedere da dove provengono l'orgoglio e la rabbia, come tu stesso li hai creati, quando e perché.

Immagina una vita senza rabbia, senza invidia, senza orgoglio, senza paura. Dici che è impossibile. Io dico che non lo è. Ci sono molti esseri umani che l'hanno raggiunto. Conosci alcuni dei loro nomi. Hai sentito parlare di Gesù. Gesù non è diventato Gesù per caso. Nemmeno il Buddha. Nemmeno nessun altro essere umano veramente bello. Lo sono diventati grazie al lavoro, alla maestria, alla conoscenza di sé. La compassione di questo tipo di persone è dovuta al fatto che comprendono il dolore, perché lo hanno sperimentato. Hanno capito la causa del dolore, hanno rimosso la causa, se ne sono liberati. E poi sono andati ad aiutare altri come noi. Dobbiamo seguire il loro esempio.

La maestria spirituale è il risultato di un'attenzione costante alle cause della sofferenza in se stessi.

Nel silenzio della mente possiamo percepire le cause della sofferenza.

Se la mente non è silenziosa, non possiamo vedere la realtà.

Pertanto, in primo luogo, dobbiamo stabilire il silenzio.

Poi, quando la mente è silenziosa, nuove informazioni emergeranno spontaneamente. Quando la mente è silenziosa e la coscienza è risveglia, possiamo indagare qualsiasi problema per trovarne la soluzione.

Esiste una tecnica molto potente per farlo. Non è una mia opinione. Questa tecnica di meditazione viene insegnata in tutto il mondo; la troverete in molte tradizioni in tutto il mondo. È straordinariamente potente.

È molto semplice.

Ogni notte, spegni tutti i tuoi sensi, chiudi gli occhi, non ascoltare l'ambiente circostante. Ciò significa non riprodurre musica. Se puoi stare in un posto tranquillo, bene. Spegni completamente i sensi; ritirati in te stesso. Stai molto fermo; raccogliti dentro di te, nella consapevolezza stessa.

Diventa semplice consapevolezza.

Non identificarti con il pensiero, le emozioni, le sensazioni.

Sii consapevole. Molto concentrato, molto presente nel momento e resta lì.

Qualunque cosa ti appaia, qualunque sensazione nel corpo attraverso uno qualsiasi dei sensi, qualunque emozione che sorga, qualunque pensiero che emerga, qualunque ricordo, qualunque desiderio, osservalo semplicemente.

Lascia che tutto scorra. Non cambiare nulla, non reagire a nulla, osserva semplicemente tutto e sii pienamente consapevole di ciò.

Aspetta.

Ciò significa che quando senti arrivare un pensiero, lo vedrai e inizierà a formarsi come pensiero. E poi svanirà e si dissiperà come nebbia. Quando senti una sensazione nel corpo, farà la stessa cosa. Se senti un rumore nella stanza, farà la stessa cosa. Emergerà gradualmente, prenderà forma e poi si disperderà come nebbia.

Ciò che ti rimane è il silenzio. Quel silenzio che c'è tra i pensieri e tra le emozioni e tra le sensazioni. Rilassati nel silenzio, e aspetta, con consapevolezza e senza alcuna aspettativa.

Ripeto: non avere aspettative o desideri. Basta osservare.

Se vedi desideri, aspettative, pensieri, allora osservali, riconoscili come illusioni e lasciali andare.

Nota: questo non è pensare. Questo è osservare.

Se sei veramente paziente e sei veramente attento, un giorno, senza aspettartelo, ti renderai conto all'improvviso che starai vedendo qualcosa di nuovo, ma non con i tuoi occhi fisici. Starai vedendo con i tuoi occhi interiori qualcosa di inaspettato, qualcosa di nuovo. In altre parole, quando riuscirai ad entrare nel silenzio della mente, ti sarai liberato dal condizionamento del corpo, dalle emozioni e dai pensieri. In quello stato potrai vedere la realtà, la verità. Se dovessi porre una domanda o visualizzare un problema, ne vedresti immediatamente la soluzione.

Se la soluzione non dovesse apparire, allora la mente non sarebbe veramente silenziosa e dovresti rilassarti sempre più profondamente e scoprire cosa c'è al di sotto della tua consapevolezza che disturba la tua mente.

È così che entri nel silenzio della mente: quiete, osservazione, accettazione e pazienza.

Questa è una capacità naturale della coscienza di ogni essere vivente.

Ora, lasciatemi chiarire. Questo non è pensare; non è fantasia. Se ci sono pensieri, quello non è il silenzio della mente. Se ci sono emozioni, sogni ad occhi aperti, disagi, desideri. Questo non è il silenzio della mente.

Il silenzio della mente è quel lago sereno che riflette le stelle: lì si vedono le stelle, perché il lago è assolutamente immobile.

Quando la tua mente e il tuo corpo sono assolutamente immobili, possono riflettere l'universo.

Se non c’è riflessione, allora la quiete non è arrivata. Bisogna rilassarsi più profondamente, estendere ulteriormente la consapevolezza.

Quindi vedi, così com'è. Lo adottiamo durante il giorno e durante la meditazione: osservare le cose per come sono, qualunque cosa facciano, mentre noi come coscienti semplicemente le osserviamo.

Quando osservi i tuoi pensieri, vedi il pensiero e il processo del pensiero che scompare. Non lo cambi. Non stai cercando di renderlo un buon pensiero. Non stai cercando di sopprimerlo. Lo stai semplicemente lasciando com'è.

Quindi, quando la mente è completamente silenziosa e hai questo atteggiamento di "così com'è", emergono cose nuove e adotti lo stesso atteggiamento: Non le cambi, le osservi semplicemente.

Quando hai visioni o esperienze, rimani sereno, osservatore, indisturbato.

Ciò che provi può variare notevolmente. Un principiante, una persona nuova, può vedere luci o sentire suoni. Potrebbe sentire delle voci. Potrebbe vedere brevi scene che assomigliano in qualche modo alla visione di immagini oniriche. A poco a poco, con abilità, con maestria, si sviluppa la capacità di entrare pienamente in quello stato percettivo per risolvere i problemi, per comprendere le cose, che è la vera meditazione.

È qui che inizia la vera meditazione.

Nella vera meditazione, nel silenzio della mente, puoi recuperare i ricordi di quando hai creato la tua rabbia, e perché l'hai creata, qual è stato il dolore, il trauma e la sofferenza che hanno prodotto quella rabbia. Quando riesci a vederla e a conoscerne la verità, puoi anche cambiarla. Ma fino ad allora, è nascosta dentro di te e causa dolore.

Nella vera meditazione, nel silenzio della mente, puoi recuperare i ricordi di come hai creato la tua invidia.

Puoi comprendere le cause delle tue abitudini autodistruttive.

Armato di questa conoscenza, puoi quindi cambiare i tuoi comportamenti.

Vorrei illustrare tutto questo con un esempio. Una volta sono andato a meditare. Mi sono rilassato e ho osservato la mia mente. Alla fine, il mondo esterno è svanito. Ho cominciato a vedere delle immagini. Le osservavo e non interferivo affatto con loro, ma rimanevo semplicemente ricettivo a qualunque cosa emergesse. Dopo un po', le immagini si sono legate a scene di tentazione e lussuria. Le ho osservate. Non mi hanno disturbato. Ho osservato alcune donne che si comportavano miseramente. Dopo un po’ di tempo, questa scena è cambiata. Ho visto alcune strane creature, un po' come quei cetrioli di mare o le creature delle barriere coralline. Ondeggiavano in acque molto profonde. Avevano colori brillanti che si spostavano e mutavano sensibilmente, in modo ipnotico, e assorbivano la luce nelle acque per sostenersi. Le ho osservate per un po'. Poi, con la conclusione della meditazione, la scena ha cominciato a svanire e ho ripreso coscienza del mondo esterno. Mi sono sentito totalmente in pace e rilassato e ho riflettuto su ciò che avevo visto.

È importante notare che durante tutta la meditazione e successivamente ero perfettamente immobile a ogni livello. Il mio corpo, i miei pensieri e le mie emozioni erano totalmente immobili.

Il mio intelletto non era coinvolto in nulla di tutto ciò. Durante quella esperienza, stavo semplicemente osservando. Non ho avuto sensazioni o analisi particolari al riguardo. Non sapevo cosa significasse e il mio intelletto non ha fatto alcun tentativo di spiegarlo.

Una volta conclusa la meditazione, ho iniziato a riflettere su ciò che ho visto, in modo da fissare saldamente nella mia mente i ricordi. Ho iniziato ad analizzarlo, ma anche senza intelletto (pensando, confrontando): osservavo invece le immagini e "ascoltando” affinché eventuali significati emergessero intuitivamente.

Quello non era pensare, ma osservare, ricevere. Mi è stato subito chiaro che tutto ciò che vedevo era legato ad elementi psicologici che avevo in mente fin da quando ero bambino. Ciò che aveva attirato la mia attenzione erano quelle strane creature. Poi ho capito che erano elementi di lussuria nel profondo della mia mente, alimentati dalla lussuria; in altre parole, erano come parassiti, che si nutrivano di energie psichiche. Quelle creature, affamate, erano "dietro" quelle scene lussuriose nella mia mente; volevano essere nutriti e cercavano di tentarmi, di nutrirli con abitudini lussuriose. Se non ne fossi stato consapevole, avrei commesso degli errori. Quindi, in sintesi, quello che avevo visto erano strati di come la lussuria ruba energia e crea sofferenza. Anche se non agivo fisicamente in base a quella lussuria, parte della mia coscienza era intrappolata in quegli elementi. Avevo bisogno di eliminarli per liberare quella coscienza. Ora, dopo averli visti, ne sono più consapevole. Quindi, devo continuare a meditare finché non saranno eliminati completamente.

Durante la meditazione non ho interferito affatto. Ho solo osservato. Quindi, mentre diciamo “così com'è" e osserviamo le cose senza interferire con esse, è solo così che possiamo acquisire informazioni abbastanza affidabili per cambiarle finalmente in modo permanente.

Inoltre, questo "così com'è" non significa che accettiamo ciò che la mente, il cuore e il corpo desiderano. No. "Così com'è" significa che osserviamo i fatti: allora possiamo agire correttamente, sulla base di una conoscenza accurata.

Questo è l’obiettivo: un cambiamento totale e completo, una trasformazione totale della mente, del cuore, del corpo e della coscienza.

È così che troviamo la vera pace: attraverso l’eliminazione di tutto il nostro orgoglio, invidia, lussuria, ecc.

Se abbiamo conflitti con noi stessi o con gli altri, allora abbiamo dei difetti che dobbiamo eliminare.

Quando non abbiamo orgoglio, non ci interessa chi è migliore o peggiore di noi; siamo contenti di noi stessi, per come siamo e siamo in pace.

Quando non proviamo rabbia, non siamo offesi dalle parole o dalle azioni degli altri; invece, li comprendiamo, li amiamo e abbiamo pace, qualunque cosa facciano. Ciò non significa che accettiamo i loro crimini o le loro azioni sbagliate, o che accettiamo gli illeciti; al contrario: significa che possiamo agire correttamente senza lasciarci accecare dalla rabbia o dall’odio.

Quando non proviamo invidia, non cerchiamo più ciò che non è nostro di diritto. Siamo contenti di ciò che abbiamo o di ciò che le nostre azioni ci faranno guadagnare in futuro. Non ci confrontiamo più con gli altri, non spettegoliamo, non litighiamo, né ci sentiamo inferiori agli altri. Proviamo pace e contentezza.

In breve, quando i nostri difetti vengono rimossi, proviamo la pace.

Quando vengono rimossi, la nostra coscienza è totalmente liberata, risveglia, contenta, felice e molto saggia.

Chi non lo vorrebbe?